Stretta su affitti brevi, è caccia alle strutture ricettive pirata

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Stretta su affitti brevi, è caccia alle strutture ricettive pirata

Il Governo sta lavorando su un disegno di legge contro gli affitti brevi abusivi o illegali, al fine di regolare il settore e far emergere il nero che fa concorrenza agli operatori professionali del turismo.

Secondo la bozza circolata, è prevista l’introduzione di un codice identificativo nazionale per ogni immobile.

Previste, inoltre, multe fino a 5.000 euro per chi affitta senza di esso.

Inoltre, gli affitti brevi nei centri storici delle città metropolitane dovranno avere una permanenza minima di due notti.

Almeno questa era l’ipotesi proposta dal Ministro Santanchè, di cui – però – al momento non si sono visti ulteriori sviluppi.

La novità coinvolge anche i portali come Airbnb e Booking, che dovranno esporre il codice identificativo nazionale dell’immobile nelle loro piattaforme e sugli ingressi fisici delle case.

Il disegno di legge mette in campo anche il Codice Identificativo Nazionale, che sostituirà il Codice Identificativo Regionale (CIR) già introdotto dalle Regioni, che attualmente deve essere richiesto da un proprietario o gestore di case vacanza, B&B, o qualsiasi altro affitto breve.

Il codice dovrà essere esposto in ogni annuncio pubblicato su piattaforme come Airbnb e Booking.

Oltre che sui propri siti e dovrà essere ben visibile anche all’ingresso dell’immobile offerto in affitto breve.

La multa per la mancata esposizione è fino a 3.000 euro per le piattaforme e fino a 5.000 euro per chi affitta senza codice.

Secondo la società di analisi Demoskopika, per l’estate 2023 sono previsti 68 milioni di turisti per quasi 267 milioni di pernottamenti, rappresentanti una spesa turistica di circa 46 miliardi di euro, pari a un incremento del 5,2% rispetto al 2022. Dati che saranno da verificare a consuntivo della stagione, vista la “frenata” di agosto in alcune aree del paese.

Tuttavia, gli albergatori lamentano la mancanza di una regolamentazione completa sugli affitti brevi.

Secondo questi, farebbero concorrenza agli operatori professionali del settore anche tramite affitti di numerosi appartamenti in capo a un solo soggetto.

La bozza del disegno di legge ha provocato reazioni contrastanti.

La ministra del Turismo Daniela Santanché ha definito l’attuale regolamentazione degli affitti brevi un “far west”, anche perché “le poche regole esistenti non vengono applicate”.

Tuttavia, c’è chi teme che il disegno di legge possa penalizzare i proprietari che affittano occasionalmente la propria casa per motivi di vacanza o lavoro.

Va sottolineato che trattandosi di indiscrezioni su una bozza del disegno di legge, il provvedimento è da ritenersi sicuramente non in vigore e non definitivo, considerando il suo passaggio obbligatorio nelle Camere del Parlamento.

Qualche dato sugli affitti brevi

Lo stock residenziale in Italia ammonta a 35,4 milioni di unità in totale (comprese le camere d’hotel), di cui 618mila sono affitti brevi, suddivisi tra B&B e appartamenti.

Degli appartamenti poi, va fatta una ulteriore suddivisione, ovvero appartamenti privati gestiti da società strutturate in maniera professionale che sono 120mila e immobili di proprietà di privati immessi sul mercato della locazione breve in maniera autonoma, che ammontano a 465mila unità (fonte Scenario Immobiliare).

Le inadempienze più diffuse

Sono tante le inadempienze che ogni anno la Guardia di Finanza, i Carabinieri, i Vigili urbani rilevano su tutto il territorio nazionale, dalle case vacanze nelle località balneari fino alla montagna, senza escludere le città d’arte.

Tra le irregolarità rilevate: meno camere e meno posti letto dichiarati agli enti territoriali rispetto a quelli realmente affittati ai turisti, e perfino bed and breakfast totalmente abusivi, in quanto privi delle autorizzazioni di inizio attività rilasciate dai Comuni.

Spesso si scoprono B&B sconosciuti al Fisco ma pubblicizzati sul web e molto popolari tra gli utenti.

Di queste strutture ricettive, alcune si scoprono poi totalmente abusive, prive delle autorizzazioni di inizio attività e non in regola con gli obblighi tributari.

E ci sono ancora gestori di B&B denunciati per non aver comunicato alla Questura i nominativi dei loro clienti. Comunicazione da farsi attraverso il portale Alloggiati Web.

Ovviamente le inadempienze non riguardano solo le strutture ricettive extra alberghiere, ma anche hotel che, spesso, pensando di sfuggire più facilmente ai controlli, agiscono nell’illegalità, soprattutto nella dichiarazione degli ospiti che alloggiano in struttura.

Identikit dell’host abusivo (inadempiente)

Un host abusivo tipico è una persona che affitta illegalmente una struttura extra alberghiera senza rispettare le normative vigenti.

Questo tipo di host solitamente non possiede le autorizzazioni necessarie per l’affitto turistico e non paga le tasse previste.

Per riconoscere un host abusivo, è possibile prestare attenzione a diverse caratteristiche.

Ad esempio, un host che pubblicizza una struttura extra alberghiera a prezzi molto bassi rispetto al mercato potrebbe essere sospetto.

Inoltre, se l’host richiede il pagamento in contanti o tramite circuiti di pagamento non tracciabili, potrebbe essere un segnale di attenzione.

È possibile poi, controllare se la struttura extra alberghiera è presente sulle piattaforme ufficiali (come Airbnb, Booking.com, ecc.) e se l’host ha una buona reputazione.

Un host abusivo tipico potrebbe evitare di utilizzare queste piattaforme ufficiali per evitare di essere scoperto.

Ma non è detto! Un host abusivo potrebbe tranquillamente essere presente sulle piattaforme di prenotazione ma non assolvere ugualmente gli obblighi previsti dalla legge.

Infine, è importante prestare attenzione alle eventuali recensioni degli ospiti precedenti. Se ci sono molte recensioni negative sulla struttura extra alberghiera o sull’host stesso, potrebbe essere un segnale di allarme.

Host, quando il carico di lavoro influisce sulla regolarità delle operazioni 

Spezziamo però una lancia a favore degli operatori almeno per quanto riguarda la non conoscenza di tutte le procedure da espletare all’arrivo di un ospite o dell’enorme carico di lavoro che molto spesso gli host devono affrontare.

Gli operatori del settore dell’ospitalità infatti, spesso devono affrontare una serie di compiti e adempimenti per garantire il benessere degli ospiti e il rispetto delle normative.

Gli adempimenti sono tanti e le operazioni a cui stare dietro pure.

Questi compiti possono includere la registrazione degli ospiti, la gestione delle prenotazioni, la pulizia e manutenzione delle strutture, la gestione delle chiavi e la sicurezza degli ospiti, solo per citarne alcuni.

È importante riconoscere che gli operatori potrebbero non essere a conoscenza di tutte le procedure e gli adempimenti necessari per essere totalmente in regola con le operazioni di accoglienza.

Questo può essere dovuto a diversi fattori, come la mancanza di esperienza nel settore o la complessità delle normative locali.

Questo non significa che gli operatori non siano impegnati o non si preoccupino di adempiere a tutti gli obblighi.

In questo contesto, le tecnologie svolgono un ruolo significativo nell’aiutare gli operatori a gestire meglio le proprie responsabilità.

Tecnologie che contribuiscono notevolmente a ridurre il carico di lavoro degli operatori, automatizzando alcune procedure.

Per garantire così, nel contempo, il rispetto delle norme e delle leggi pertinenti.

Per fortuna tecnologie come Welcomeasy vanno incontro alle necessità di mantenersi in regola con tutti gli adempimenti previsti dalla legge.

Arrivando di fatto realmente in soccorso agli host in maniera efficiente ed efficace.

Questo consente agli host di concentrarsi maggiormente sull’esperienza complessiva degli ospiti e sulla qualità del servizio offerto.

Welcomeasy, la soluzione per il Check-in e il Check-in online che svolge il lavoro dell’host

Sul mercato esistono diverse soluzioni “smart” per le operazioni di check-in, check-in online, invio dati agli organi proposti e calcolo della tassa di soggiorno.

La nostra App ha il valore aggiunto di riuscire a svolgere tutto il lavoro di un host in fase di accoglienza in un solo click.

Semplicemente con la scansione da smartphone del documento di riconoscimento dell’ospite.

Successivamente, riesce, infatti, a inviare i dati al portale Alloggiati, all’Istat – attraverso i vari portali di riferimento regionali con i quali è perfettamente integrato, a calcolare la tassa di soggiorno.

Manca solo che riesca a fare un welcome drink….ma ci stiamo lavorando!

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