Nuove norme per gli affitti brevi a Venezia: cosa cambia e perché sono necessarie
Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha chiamato a raccolta le associazioni degli affitti turistici per fare il punto sull’applicabilità (o meno) dell’emendamento Pellicani, annunciando importanti novità sugli affitti brevi in Laguna.
Si lavora a un nuovo regolamento per gli affitti brevi e chi non lo sottoscriverà non potrà ospitare turisti oltre i 120 giorni l’anno.
Tra le nuove norme – che per ora sono solo una proposta condivisa con le associazioni – orari precisi di check-in e check out in presenza e per le pulizie, maggiori e più accurati controlli sui rifiuti, l’obbligo di dare ai propri ospiti informazioni dettagliate sulle norme di comportamento in città, compresa la consegna di una mappa ai turisti dove saranno segnalati i servizi più importanti.
L’obbligo di esporre il codice identificativo anche sull’edificio – oltre che sui siti e sui portali di prenotazione – esiste già.
Se inizialmente si era ipotizzato che sarebbe stato l’obbligo di avere una partita iva a dettare le regole per un’apertura annuale senza limitazioni, l’amministrazione comunale ha deciso che tutti i gestori degli affitti turistici potranno aderire a questo regolamento se non vorranno vedersi limitare l’apertura a soli 120 giorni nell’arco di un intero anno.
Brugnaro, lo ha comunicato nel corso dell’incontro con le associazioni di categoria, che in realtà è solo un primo step cui farà seguito un secondo appuntamento previsto per settembre.
L’obiettivo è quello di tutelare la proprietà privata da un lato e, nello stesso tempo, cercare di conciliare turismo e qualità della vita dei residenti.
Le ragioni dietro le nuove norme sugli affitti brevi a Venezia
Tutto nasce dalla necessità di una regolamentazione che faccia convivere in serenità turisti e residenti che, a quanto pare, si lamentano di molti aspetti, soprattutto quelli legati ai rumori notturni, alla mancanza di rispetto nel confluire i rifiuti negli appositi spazi, alla mancanza di rispetto verso i cittadini della zona di Venezia in generale.
Un altro obiettivo importante che l’amministrazione comunale intende raggiungere con queste nuove misure è quello di professionalizzare i gestori delle case.
Le associazioni di categoria hanno accolto con favore le proposte di Palazzo Ca’ Farsetti, sottolineando l’importanza di arrivare a un modello condiviso per migliorare la vita dei veneziani ma anche per elevare l’attività turistica con un salto di qualità.
Le associazioni riconoscono altresì il danno che potrebbe provocare a un gestore la limitazione della propria attività turistica.
I numeri degli affitti brevi a Venezia: tra fonte di reddito e necessità di regolamentazione
Secondo le elaborazioni del Centro Studi AIGAB (Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi) sui dati di air DNA e ISTAT, a Venezia ci sono circa 7700 annunci attivi per affitti brevi, su un totale di circa 503mila abitazioni.
Tuttavia, la città conta ben 132mila case vuote, con un tasso di sfitto tra i più alti d’Europa pari a oltre il 26%.
Il peso delle case online sul totale delle case comunali è molto basso, pari solo all’1,5% del totale, addirittura inferiore alla media nazionale che è dell’1,7%.
Ma il contributo al PIL della città portato dai soli affitti brevi è pari a circa 430 milioni di Euro all’anno, risultando come un contributo irrinunciabile al valore creato per la città in termini di ristrutturazioni e riqualificazione di immobili, imprenditoria locale, introiti dei proprietari di immobili e indotto.
Questi dati mostrano come gli affitti brevi rappresentino un’importante fonte di reddito per la città, ma anche come la città abbia bisogno di una regolamentazione adeguata per bilanciare le esigenze del turismo con quelle dei residenti e la disponibilità di case vuote.
E sono per prime le associazioni di categoria che, insieme alle istituzioni, vogliono rendersi partecipi di un cambiamento essenziale che renda il mondo degli affitti brevi trasparente, decoroso e rispettoso delle regole.
In questo modo inoltre, sull’emendamento Pellicani, che prevede la limitazione delle aperture tout court, si apre la porta della concertazione tra istituzioni e associazioni di categoria.
Il parere di AbbaV
“Ho trovato l’incontro con il Sindaco Brugnaro di apertura – dichiara Ondina Giacomin, Presidente di AbbaV, Associazione B&B, Alloggi Turistici ed Appartamenti del Veneto – per una giusta soluzione al problema.
Ho segnalato comunque che l’amministrazione, da qualche mese, sta applicando la legge speciale n. 206/1995 anche per le strutture aperte con partita iva da molti anni, ma senza fosse settiche, facendole chiudere immediatamente.
Mettendo così in seria difficoltà gli host che attualmente stanno lavorando. Sull’argomento – spiega Giacomin – sarò più esaustiva durante l’incontro programmato per il 19 luglio alle ore 17 presso la sede del CNA a San Marco, pertanto invito associati e non, a prenotarsi”.
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Non tutti sanno che Welcomeasy ha sede proprio a Venezia, per cui le novità che interessano la Laguna sono sempre viste con grande attenzione.
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Semplicemente con la scansione da smartphone del documento di riconoscimento dell’ospite, riesce a inviare i dati al portale Alloggiati, all’Istat – attraverso i vari portali di riferimento regionali con i quali è perfettamente integrato – a calcolare la tassa di soggiorno.
Un lavoro lungo e meticoloso ci ha permesso di raggiungere ogni angolo dell’Italia, ma quando è la nostra Venezia a “chiamare”, siamo onorati di far parte di un cambiamento che porterà solo benefici al nostro territorio.
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